Che cos’è la lead generation
La lead generation è il processo attraverso cui un’azienda raccoglie contatti qualificati di potenziali clienti interessati ai propri prodotti o servizi. Si tratta di una fase cruciale del funnel di marketing, perché permette di costruire una relazione con il pubblico, popolare il CRM e trasformare le interazioni in valore concreto per il business.
Nell’era digitale la raccolta di lead può avvenire attraverso diversi strumenti: landing page, form di iscrizione, newsletter, campagne pay-per-click, eventi online o offline, ma sempre più spesso i brand cercano modalità innovative e meno invasive per attirare l’attenzione degli utenti. È qui che entrano in gioco gli advergame, videogiochi sviluppati su misura per i brand con finalità di marketing.
Che cos’è un advergame
Un advergame (anche detto videogioco brandizzato o branded game) è un videogioco progettato con l’obiettivo di promuovere un brand, un prodotto o un servizio.
Si tratta di giochi realizzati completamente attorno alla brand identity dell’azienda di riferimento, utilizzati in campagne marketing in cui si voglia generare forte engagement e stabilire un rapporto di fiducia con i giocatori.
Un advergame è dunque una tipologia particolare di gamification esplicita applicata al marketing. Tramite l’advergame l’utente gioca, si diverte e, allo stesso tempo, entra in contatto con i valori, il linguaggio e l’immaginario del brand.
Gli advergame nascono quasi sempre come videogiochi web, in modo da poter essere inseriti facilmente all’interno del sito del brand e da poter essere giocati ovunque senza bisogno di installazione.
Engagement: L’elemento chiave per la lead generation
La forza degli advergame nella lead generation sta nella capacità di raccogliere dati in un contesto di forte coinvolgimento. Un advergame è, prima di tutto, un videogioco, e in quanto tale è progettato per divertire chi lo gioca.

Trasformando l’utente da osservatore passivo a protagonista in un videogioco, il clima di divertimento e rilassamento che si genera abbassa di molto le normali barriere psicologiche del giocatore.
Se prima di provare il gioco l’utente non avrebbe mai fornito la propria email al brand, dopo una partita stimolante è molto più probabile che l’utente possa inviare i propri dati personali.
Questo non avviene quasi mai senza un motivo concreto. In molti casi, l’advergame è strutturato per mostrare CTA in sezioni critiche e suscitare la curiosità di chi gioca. In molti altri casi, specie in campagne marketing ben studiate, l’advergame è affiancato da un concorso a premi, e la generazione di lead passa per la possibilità di ottenere un premio registrando i propri dati nel sistema.
In questo modo la raccolta dati non è percepita come un’imposizione, ma come parte integrante del divertimento. Un advergame, se fatto come si deve, ha il grosso vantaggio di non passare come uno strumento di marketing, bensì come un semplice videogioco, un “regalo” da parte del brand che vuole che i suoi clienti si divertano.
Dalla raccolta dati alla qualificazione automatica
Uno dei punti di forza degli advergame è la possibilità di analizzare il comportamento dei giocatori. Un utente che completa più livelli, torna regolarmente, gioca per molti minuti o condivide i propri risultati è un contatto molto più promettente rispetto a chi abbandona il gioco prima ancora di terminare il tutorial.
Queste informazioni, nel rispetto della privacy dei giocatori, permettono di segmentare i lead in base al loro livello di interesse e ottimizzare le successive azioni di nurturing.
Meccaniche a quiz all’interno del gioco, ad esempio, possono essere usate per verificare il grado di conoscenza del brand da parte del giocatore, permettendo quindi, anche in tempo reale, di utilizzare CTA diverse a seconda dell’utente che ci si trova davanti.
Perché gli advergame funzionano nella lead generation
L’utilizzo di videogiochi brandizzati offre una serie di vantaggi difficili da ottenere con i canali tradizionali:
- Superano l’ad fatigue: a differenza dei banner o delle sponsorizzazioni invasive, un advergame viene percepito come intrattenimento e non come pubblicità. Questo richiede una buona progettazione sia a livello tecnico che di design (ma a questo ci pensiamo noi!)
- Estendono il tempo di esposizione: un banner resta davanti agli occhi per pochi secondi, mentre un gioco può coinvolgere per diversi minuti. Questo moltiplica le occasioni per trasmettere messaggi di brand. In alcuni casi la durata media della partita può addirittura superare i 10 minuti.
- Favoriscono la viralità: punteggi, sfide e classifiche stimolano competizione e condivisione spontanea. L’advergame, che, per quanto efficace, è ancora poco noto agli occhi dei consumatori, è un esempio di uno strumento che si autosostiene.
- Offrono dati comportamentali unici: tempo di gioco, preferenze, risposte a quiz, atteggiamenti nei confronti dei prodotti.
- Permettono un ROI misurabile: ogni interazione è tracciabile, consentendo test e ottimizzazioni per ottenere il miglior rendimento possibile.
- Creano uno spazio favorevole: come già accennato prima, i branded games sono pensati per divertire e catturare l’attenzione del giocatore, facilitando la generazione di lead.

Tipologie di advergame più efficaci
Non tutti i giochi funzionano allo stesso modo. Alcuni format sono particolarmente adatti per la lead generation:
- Puzzle e brain training: ideali per settori come formazione, tecnologia e consulenza, perché associano il brand a concetti di intelligenza e problem solving.
- Simulation games: perfetti per immobiliare, automotive e travel, consentono di sperimentare prodotti o servizi in un contesto virtuale. Un utente che progetta una casa o personalizza un’auto si qualifica da solo come potenziale cliente.
- Quiz e trivia: versatili e adattabili a qualsiasi settore, permettono di educare l’utente e raccogliere dati demografici e preferenze. Molto spesso compaiono come meccaniche secondarie all’interno degli advergames.
- Arcade games: semplici e immediati, puntano soprattutto su awareness e recall, abbassando le barriere d’ingresso e raccogliendo lead in modo rapido.
- Avventure custom: seguono una storyline precisa e catturano immediatamente l’attenzione degli utenti. Spesso presentano un altissimo tempo di gioco medio.
La tipologia di advergame dipende sempre dalla tipologia e dal budget della campagna. Quando realizziamo un advergame, la prima cosa che facciamo è fornire al cliente un GDD (Game Design Document), un documento contenente tutte le proposte di advergame che meglio si adattano alle sue esigenze.
Strategie per massimizzare i risultati
Un advergame ben progettato non si limita a divertire, ma deve avere un obiettivo di marketing misurabile. Alcune strategie utili per massimizzare i risultati da un videogioco brandizzato sono le seguenti:
- Profilazione a fine gioco: chiedere informazioni all’utente all’inizio del gioco è controproducente e causa un alto tasso di abbandono. La generazione di lead avviene in momenti culminanti, come al termine di una partita, quando il giocatore ha avuto il tempo di vivere l’esperienza di gioco.
- Brand presente, ma non invasivo: L’advergame funziona al massimo delle proprie capacità quando il brand non è onnipresente al suo interno. Modellare un videogioco attorno a un brand non significa mettere loghi e quiz in ogni schermata, ma far vivere i valori e l’identità del brand nell’interazione con il gioco.
- Affiancare campagne di premiazione: è molto più facile che l’utente dia i propri dati per un possibile premio, piuttosto che per altre ragioni. Premi, coupon, sconti e omaggi sono tutti ottimi modi per aumentare lead e condivisioni.
- Itinerario di gioco ben chiaro all’utente: se la CTA è presente in una schermata che appare dopo aver completato 3 partite, l’utente deve essere motivato a completare queste partite. Questo è possibile solo se marketing e game design si vengono incontro, studiando una strategia plausibile.
Quanto tempo serve per sviluppare un advergame
La creazione di un videogioco brandizzato richiede in media circa tre mesi di lavoro, ma dipende tutto dalla tipologia di gioco e dalla campagna marketing in cui il videogioco si pone. Il processo può essere suddiviso in tre fasi principali:
- Mese 1 – Concept: definizione degli obiettivi di lead generation, progettazione delle meccaniche, mockup grafici e di UI/UX, prototipazione. In questa fase si realizza lo scheletro del gioco e si studia la strategia alla base dell’advergame.
- Mese 2/3 – Sviluppo: realizzazione tecnica del gameplay, integrazione dei sistemi di tracciamento, primi test interni tramite demo periodiche.
- Ultima settimana – Test e polish finali: in questa fase viene testato il gioco e vengono risolti eventuali problemi. Per finire, si aggiungono gli ultimi ritocchi e si confeziona il prodotto completato.
- Mese 3 – Lancio: il gioco viene caricato sulle piattaforme stabilite e si tiene traccia delle metriche target.
Le metriche che contano davvero
Per valutare l’efficacia di un advergame nella lead generation è utile monitorare:
- Conversion rate: quanti giocatori si trasformano in lead effettivi.
- Qualità dei lead: basata sul comportamento in-game e sui dati demografici.
- Costo per lead: rapporto tra investimento e contatti generati.
- Lifetime value previsto: stima del valore futuro di un utente in base al suo livello di engagement.
Metriche di supporto come tempo medio di sessione, ritorno al gioco, frequenza di condivisione e tasso di completamento aiutano a comprendere meglio l’esperienza complessiva.
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