Marketing con i videogiochi: 5 idee per aziende B2C.

Che cosa sono i videogiochi brandizzati

I videogiochi brandizzati, anche detti advergames o branded games, sono videogiochi con scopi di marketing costruiti attorno all’identità di un brand.

Si tratta dunque di videogiochi veri e propri, pensati per divertire e intrattenere, ma che hanno una finalità diversa rispetto a quella di un normale strumento ludico: i videogiochi brandizzati sono infatti vere e proprie soluzioni di marketing commissionate da aziende di qualunque dimensione con finalità di lead generation, conversione, engagement del pubblico e ROI misurabile.

I videogiochi brandizzati sono costruiti su misura per il brand: non bisogna infatti confondere gli advergames con l’in-game advertising.

I primi sono vere e proprie esperienze digitali, realizzate a partire da una brand identity concreta e finalizzate a scopi definiti chiaramente da una campagna marketing.

I secondi invece sono semplici inserimenti di tipo pubblicitario all’interno di giochi esterni, che non hanno nulla a che vedere con il brand o l’azienda in questione.

videogioco marketing McDonald's

Che problemi risolvono gli advergames?

Ad fatigue

Il problema della pubblicità tradizionale è noto: la cosiddetta ad fatigue. Gli utenti, bombardati da spot e banner ripetitivi, sviluppano una forma di resistenza che riduce drasticamente l’efficacia delle campagne.

Gli advergames rappresentano uno strumento efficace per affrontare questo problema: i videogiochi brandizzati, infatti, trasformano il messaggio promozionale in una vera e propria esperienza interattiva. È il giocatore a scegliere di partecipare, e questo implica un rapporto diverso da quello della pubblicità tradizionale: chi gioca non subisce il contenuto passivamente, ma, al contrario, ne è il diretto protagonista.

Tramite l’advergame marketing, infatti, gli utenti non vedono più il messaggio come un “disturbo”, diventando più disponibili ad interagire con il brand.

utenti e advergames

Se poi uniamo questo alla natura interattiva e ludica dei videogiochi, otteniamo uno strumento che si pone espressamente come risposta concreta al calo di attenzione verso la pubblicità tradizionale. In questo modo l’advergame marketing diventa una risposta concreta al calo di attenzione verso la pubblicità tradizionale.

Percezione negativa del messaggio

Un altro ostacolo tipico del marketing tradizionale è la percezione negativa dei messaggi pubblicitari. Molti consumatori vedono spot e banner come intrusioni o come tecniche subdole per vendere qualcosa, sviluppando un atteggiamento di diffidenza verso i brand che li utilizzano in maniera aggressiva.

Con un advergame, invece, il messaggio pubblicitario viene narrato attraverso il gioco: il brand non si limita a mostrarsi, ma diventa parte integrante dell’esperienza ludica. Questo riduce la sensazione di invadenza e rafforza l’associazione positiva tra divertimento e marca, con effetti a lungo termine sulla brand awareness.

In fondo, è molto più facile che un brand venga percepito positivamente dopo aver fatto divertire i propri utenti, piuttosto che dopo l’ennesima pubblicità vista e rivista.

Difficoltà nel raccogliere dati

Molte aziende B2C faticano a ottenere dati di qualità sui comportamenti e le preferenze dei propri clienti. Le campagne pubblicitarie tradizionali offrono metriche limitate, spesso concentrate su click e visualizzazioni, senza fornire insight concreti sull’engagement reale.

Gli advergames superano questo ostacolo perché il gioco è in grado di registrare azioni, scelte e percorsi dei giocatori, offrendo informazioni dettagliate e utili per analizzare il grado di coinvolgimento e gli interessi del target. Questi dati diventano risorse preziose per ottimizzare le campagne successive e costruire strategie di marketing sempre più personalizzate.

Un esempio? In alcuni dei videogiochi brandizzati che abbiamo sviluppato abbiamo dato la possibilità agli utenti di scegliere, a fine partita, un premio che avrebbero potuto vincere in seguito ad un’estrazione. Così facendo il brand ha potuto ottenere insight reali su quale tipologia di utenti preferisse ogni specifico prodotto.

Basso conversion rate

Un limite ricorrente delle campagne digitali tradizionali è il basso conversion rate: anche se i consumatori vedono l’annuncio, raramente si trasformano in clienti attivi.

Gli advergames, grazie al loro approccio partecipativo, generano un maggiore senso di coinvolgimento che si traduce in azioni più concrete. Un gioco che prevede ricompense, codici sconto o l’accesso a contenuti esclusivi stimola i giocatori a compiere il passo successivo, riducendo il divario tra interesse e acquisto.

Essendo strumenti ludici veri e propri, nel giocare i videogiochi brandizzati gli utenti entrano in un’atmosfera di rilassamento che rende più spontanea l’interazione con il brand e i suoi prodotti.

Assenza di memorabilità e condivisione

Un altro problema della comunicazione tradizionale è la scarsa memorabilità: molti messaggi pubblicitari vengono dimenticati subito dopo essere stati visualizzati, e quasi mai una pubblicità viene condivisa.

Gli advergames risolvono questa criticità offrendo esperienze uniche e personalizzate, che i giocatori ricordano più a lungo rispetto a uno spot standard.

L’advergaming, infatti, rimane uno degli strumenti più efficaci per differenziarsi dalla concorrenza in un mercato ormai saturo di contenuti.

Inoltre, il meccanismo del gioco stimola la condivisione spontanea: i risultati raggiunti diventano motivo di orgoglio da pubblicare sui social, e la curiosità innescata dal videogioco alimenta giri di parola che possono aumentare anche di molto il pubblico che viene a contatto con la campagna. Con gli advergames, i giocatori vengono trasformati in veri e propri ambasciatori del brand.

Idee per videogiochi brandizzati per il B2C

Branded game per un brand di abbigliamento. Focus: brand awareness.

Una marca di abbigliamento sportiva come Nike può sfruttare i videogiochi brandizzati per rafforzare la brand awareness in maniera innovativa. Immaginiamo un gioco mobile in cui l’utente veste i panni di un atleta e affronta una maratona virtuale con sfide a difficoltà crescente, sbloccando collezioni di scarpe o capi iconici. In questo caso, ogni livello superato diventa un contatto diretto con i prodotti del brand, presentati in un contesto positivo e divertente.

Persona che gioca a un videogioco brandizzato a tema corsa

Il vantaggio principale sta nella capacità di associare il brand a valori come energia, performance e lifestyle. Rispetto a una campagna pubblicitaria tradizionale, il branded game non si limita a mostrare un prodotto, ma trasforma il giocatore in protagonista, generando un ricordo duraturo. Per un’azienda B2C, questa è una leva fondamentale per distinguersi e consolidare il proprio posizionamento nel mercato.

A fine partita il gioco potrebbe mostrare una CTA che reindirizza l’utente verso il sito del brand o verso l’acquisto dei capi comparsi all’interno del gioco, oppure verso un portale per registrarsi e avere la possibilità di vincere uno dei premi messi in palio dalla campagna di cui fa parte l’advergame.

Videogioco brandizzato per sfruttare i momenti di attesa

Molte aziende B2C devono affrontare un problema comune: i tempi di attesa dei clienti, che possono diventare momenti di noia o frustrazione. Un videogioco brandizzato rappresenta un’ottima soluzione per trasformare questi spazi morti in occasioni di engagement. Pensiamo a un’app di una compagnia aerea che offre un minigioco ai passeggeri in attesa dell’imbarco, o a una catena di cliniche private che propone giochi accessibili tramite QR code giocabili direttamente in sala d’attesa.

Il vantaggio è duplice: da un lato si riduce la percezione del tempo di attesa, migliorando l’esperienza complessiva del cliente; dall’altro, il brand mantiene l’attenzione viva, rafforzando il legame con l’utente. Questi giochi possono includere ricompense immediate, come coupon o sconti, incentivando la conversione in maniera naturale.

Advergame educativo sulle problematiche ambientali

Un advergame educativo rappresenta una forma di branded content che unisce intrattenimento e responsabilità sociale. Un’azienda B2C impegnata nella sostenibilità potrebbe sviluppare un gioco in cui i giocatori devono salvaguardare risorse naturali, riciclare correttamente o ridurre l’inquinamento in maniera virtuale. L’obiettivo non è solo intrattenere, ma sensibilizzare i consumatori, trasmettendo i valori del brand in modo coerente con il suo posizionamento.

Persona che gioca a un videogioco brandizzato a tema natura

Il vantaggio principale è la creazione di un legame autentico: i consumatori non percepiscono il brand come un semplice venditore, ma come un attore sociale che promuove valori positivi. Questo approccio aumenta la credibilità e la fedeltà dei clienti, soprattutto tra le generazioni più giovani, attente a tematiche ambientali e sociali.

Si tratta di un modello molto comune e facilmente proponibile anche tra i banchi di scuola, dove gli studenti possono interagire direttamente con il brand attraverso un mezzo comunicativo a loro molto più noto.

Videogioco brandizzato costruito attorno all’uscita di un nuovo prodotto

Il lancio di un nuovo prodotto è un momento cruciale per ogni azienda B2C, e un videogioco brandizzato può trasformarlo in un evento memorabile. Immaginiamo un’azienda come Samsung che rilascia un nuovo smartphone: il gioco potrebbe ruotare attorno alle funzionalità del dispositivo, permettendo agli utenti di scoprirle in modo interattivo attraverso sfide e missioni dedicate.

Una strategia di questo tipo, oltre che informare gli utenti in merito al nuovo prodotto in maniera non convenzionale, sfrutta e leve dell’engagement per stimolare la condivisione e suscitare curiosità nelle persone: provando il gioco, gli utenti vengono a conoscenza non solo dell’esistenza di un nuovo prodotto, ma anche di tutte le sue qualità.

Nell’esempio che abbiamo fatto, un utente, quando arriva il momento di comprare un nuovo telefono, si ricorderà dell’esperienza fatta e sarà più incline a considerare l’acquisto di un telefono del brand che era parte dell’advergme.

Un esempio reale? Nel 2024 KFC ha lanciato un advergame chiamato “Shrimp Attack” per promuovere l’aggiunta dei gamberi al suo menu. La campagna ha avuto un successo incredibile, con oltre 800.000 giocatori e un tasso di completamento del 91%, portando KFC a interrompere il gioco a metà campagna a causa dell’alta domanda e dei problemi di disponibilità del prodotto.

Branded game on site per fiere ed eventi dal vivo

Le fiere e gli eventi dal vivo sono occasioni preziose per le aziende B2C che vogliono creare contatti diretti con i consumatori, ma un ambiente freddo è l’esatto opposto di quello che un brand vuole quando cerca di interagire con le persone. Un branded game on site può trasformare lo stand di un brand in uno spazio interattivo che attira visitatori e stimola la partecipazione.

Ad esempio, un’azienda food & beverage può proporre un quiz interattivo a tema all’interno di un minigioco dedicato, compilando una classifica che verrà poi usata direttamente lungo il corso dell’evento per l’estrazione di premi brandizzati.

Il vantaggio di questa tipologia di gioco è l’alto livello di experiential marketing: i visitatori non si limitano a ricevere brochure o gadget, ma vivono un’esperienza che li coinvolge direttamente. Questo aumenta la memorabilità dell’incontro e favorisce la condivisione sui social, trasformando l’evento in un amplificatore naturale della campagna. Inoltre, i giochi on site permettono di raccogliere dati utili sui partecipanti, arricchendo il database clienti con contatti di qualità.


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